Mauro Saroglia, direttore di gara e responsabile percorso del 2° Trail delle Colline svela le novità dell’edizione 2020 in programma domenica 11 ottobre
Dietro ad una manifestazione come il Trail delle Colline, la cui seconda edizione si terrà domenica 11 ottobre con partenza da Chivasso e arrivo a Castagneto Po, c’è un autentico esercito di volontari e appassionati che ci mettono energia e passione, non solo il giorno della gara. Il primo trail nel cuore verde delle colline chivassesi e dei sentieri naturalistici di Castagneto Po nasce diversi mesi prima, con incontri e riunioni che diventano sempre più frequenti man mano che si avvicina la data dell’evento e che coinvolgono i componenti del Comitato Organizzatore, in particolare chi ricopre le cariche più importanti, di responsabilità. Tra queste persone c’è il carismatico Mauro Saroglia, uno dei direttori di gara e responsabili percorso del TdC. Insieme a lui, ripercorriamo le tappe di avvicinamento al 2° Trail delle Colline: “La nostra soddisfazione è grande. In questi mesi abbiamo dovuto riflettere molto sull’organizzazione della seconda edizione: c’erano poche certezze, i dubbi erano tantissimi, ma siamo sempre stati uniti e nell’ultimo mese abbiamo pigiato il piede sull’acceleratore. Certo, ci sarà da far fronte a misure di prevenzione, protocolli, normative, distanziamenti e partenze scaglionate, tuttavia siamo un bel gruppo e non ci siamo mai persi d’animo. Vogliamo cogliere l’attimo e rendere unica questa special edition del TdC”.
E’ proprio il direttore di gara a svelarci tutte le peculiarità del Trail delle Colline 2020: “L’intento di quest’evento è valorizzare il territorio e i paesaggi naturalistici e insieme a Roberto Ecosse e Paolo Vettori abbiamo studiato nuovi tracciati, riprendendo in parte quelli dell’edizione scorsa e rendendoli ancora più duri: la gente gode a fare fatica! Abbiamo portato il trail corto dai 12 chilometri dell’anno scorso ai 15 di quest’anno, con un dislivello positivo di 800 metri circa: un percorso di carattere, con un passaggio suggestivo in quello che noi appassionati chiamiamo il canyon di Valle Chiappini. La novità principale del 2° TdC riguarda però il trail lungo: da 22 a 28 chilometri, con un dislivello importante di 1200 metri. Questo è un percorso molto tecnico, nervoso, con tante salite e passaggi in boschi, sentieri, riserve naturali e strade sterrate. Inoltre, abbiamo inevitabilmente dovuto cambiare le partenze e le premiazioni finali, così come i rifornimenti e il ristoro conclusivo. Abbiamo anche inserito per il 2020 la corsa uomo-cane, dando così a tutti gli amanti degli animali un’opportunità in più per partecipare a questa gara”.
Per far sì che tutto si svolga nel migliore dei modi, l’impegno dei volontari è stato sarà encomiabile: “Tantissime sono le persone coinvolte nell’organizzazione, una vera e propria macchina da guerra, e se qualcuno avesse l’intenzione di darci una mano, siamo disponibili ad inserire in organico nuove persone volenterose. I trail sono gare di avventura con parecchi chilometri da percorrere e dislivello elevato; coprire tutto il percorso non è assolutamente un compito facile. A tal riguardo, chiediamo sin d’ora a tutti i partecipanti il rispetto delle regole e delle norme di comportamento. Mai come quest’anno saranno fondamentali”.
Classe 1962, grande appassionato di tutto ciò che è montagna, natura e spazi aperti, Saroglia ha praticato sci, alpinismo, è stato tra i pionieri dei trail in Italia ed è orgoglioso di essere istruttore nazionale di trail running e di aver avuto il privilegio di tenere corsi da formatore per gli istruttori stessi: “Un trail è prima di tutto una sfida con sé stessi. Le prime gare in Italia sembravano irraggiungibili, delle avventure affascinanti e spaventose allo stesso tempo, mentre al giorno d’oggi questa filosofia si è persa un po’ e si gareggia in primis per vincere. La passione per la montagna è sempre stata una cosa mia, da custodire e coltivare gelosamente negli anni, e posso dire di essermi tolto grandissime soddisfazioni in carriera, fino all’avvento di problemi alla schiena nel 2013 che mi ha costretto ad abbandonare la pratica agonistica. Ho gareggiato tanto a livello nazionale ed internazionale, prendendo parte a diverse competizioni in Francia, Svizzera e Spagna, ma il risultato a cui tengo maggiormente è il quinto tempo assoluto al Tor des Géants 2012, che ho dedicato a mio papà, scomparso proprio quell’anno. In realtà, per una decisione alquanto discutibile dell’organizzazione, sono finito al sesto posto assoluto nella classifica di quell’edizione, ma dentro al mio cuore so di aver realizzato un mio sogno, quello di salire sul podio dei primi cinque assoluti, e nessuno potrà mai togliermi quella gioia, soprattutto dopo 84 ore, 4 giorni e 340 chilometri trascorsi sulle Alte Vie della Valle d’Aosta. Anche nel 2010 e nel 2011 ho chiuso nella Top Ten assoluta del TdG e ricordo quei piazzamenti con piacere, ma le emozioni vissute nel 2012 non hanno eguali per me”.
Emozioni forti, vere, che parlano di vita vissuta ed esperienze incredibili. “Perché l’esistenza scorre e con essa scorrono l’uomo e la sua anima naturale” come recita uno dei motti dello stesso Tor des Géants
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